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Sei in > Home > Precedenti edizioni > Edizione 2012 > 22 marzo - 14 aprile 2012 L'installazione di Meneghetti alla Chiesa degli artisti E' stata inaugurata giovedì 22 marzo nella chiesa di Santa Maria in Montesanto l'opera dell'artista vicentino «Il Cristo morto del Mantegna in x rays» approdata a Roma dalla Biennale di Venezia Nell'ambito del progetto "Una porta verso l'Infinito. L'uomo e l'Assoluto nell'arte", giovedì 22 marzo, nella basilica di Santa Maria in Montesanto - Chiesa degli Artisti (piazza del Popolo) è stata inaugurata l'installazione artistica di Renato Meneghetti dal titolo "Guardare dentro per vedere oltre - Il Cristo morto del Mantegna in x rays" a cura di Francesco Buranelli, segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. L'opera, che è stata recentemente protagonista alla 54esima Biennale di Venezia, è stata esposta nella basilica romana fino al 14 aprile. Il vernissage è stato accompagnato dai canti gregoriani della Settimana Santa, eseguiti dalla Schola Cantorum dei Monaci Benedettini Olivetani dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Francesco Buranelli, descrivendo l'installazione, ha messo l'accento sulla «perfetta coincidenza tra il Compianto sul Cristo morto reinterpretato da Renato Meneghetti e l'altare posto nel presbiterio della chiesa di Santa Maria in Montesanto. Una corrispondenza «volutamente ricercata per offrire ai fedeli un momento di meditazione sul corpo di Cristo morto e sul mistero della risurrezione e ascensione in occasione della Settimana Santa». E la tela che ha le stessa misura di quella del Mantegna, prosegue Buranelli, pone «al centro il corpo di Cristo, opera autografa ed originale di Renato Meneghetti, realizzata con un montaggio di radiografie eseguite, osso per osso, direttamente sul proprio corpo e poi rilavorate per ottenere una struttura scheletrica anatomicamente perfetta». Quindi «le radiografie deformate e "stirate" sono adattate alla prospettiva di scorcio con un accurato e complesso lavoro, proprio della video art». Commentando la sua opera, invece, Meneghetti svela il senso dell'utilizzo degli "x rays": «La radiografia è mezzo di trasmutazione e sublimazione della materia, ma anche immagine di una tragica dissoluzione». L'installazione oltre «a trovare eco in questo far riflettere sui luoghi attraversati, pieni di memorie ed esperienze mutanti - conclude l'artista - costituisce un'ulteriore metafora dell'arte come continua forza attiva, un passo verso le possibili costellazioni del conoscere se stessi, di conoscere il proprio corpo».
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